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Può non bastare un libro per raccontare Claudio Spinelli (1930-2002), uomo di multiforme sensibilità, pronto, in 72 anni di vita, a dare il meglio di un animo colto e generoso. L'ha assicurato, il meglio, anzitutto alla famiglia (patriarcale, bella e compatta), e poi alla poesia dialettale; ma anche alla politica, alla pubblica amministrazione, alla tutela dei lavoratori, alla solidarietà sociale, alle più significative istituzioni di una città che ha profondamente amato. Un'esistenza, la sua, caratterizzata dalla frequentazione con due cardini culturali e spirituali: il mitico mazziniano Guglielmo Miliocchi, simbolo di un martoriato patriottismo, e il geniale parroco della chiesa perugina di Santo Stefano, don Egidio Giulietti, prete modernista ansioso di garantire alla Chiesa orizzonti più avanzati. Fondamentali figure di riferimento alle quali ha dedicato rime gonfie di ammirata gratitudine.